Care apine,
l’A.P.E. ha realizzato un cortometraggio sull’endometriosi e, grazie alla collaborazione con le scuole italiane, tantissime studentesse lo hanno visto e molte altre lo vedranno nelle prossime settimane e mesi.
Il cortometraggio “Ripart-Endo da me è stato realizzato per continuare ad informare anche con la didattica a distanza.
Al termine della visione le ragazze possono inviare domande, anche in forma anonima, per chiarire dubbi o approfondire alcuni aspetti.
Alle domande rispondono ginecologi specializzati in endometriosi e saranno pubblicate tutte qui nel sito in modo che possano essere a disposizione di tutte.
Le domande:
Risponde la Dr.ssa Antonia Infranco, Medico Specializzando in Ginecologia ed Ostetricia Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma
- “Sono una ragazza che frequenta il liceo scientifico dell’istituto Marie Curie di Savignano, facendo il progetto sull’endometriosi mi è sorta una domanda… Ma una volta che la donna termina il suo periodo fertile continua a sentire dolore? E continua a prendere le cure?”
Terminato il periodo fertile ( andando in menopausa) non verranno più le mestruazioni e nemmeno tutti i terribili sintomi associati. Questo perchè cambia il clima ormonale, e l’endometriosi dipende strettamente dagli ormoni. Possiamo quindi dire che raggiunta la menopausa, la donna ha finalmente una tregua da tutti quei sintomi invalidanti.Le cure non sono più necessarie, proprio perché quelle cure ( specialmente se intese come terapia ormonale , la “pillola”) servivano per controllare il dolore che appunto con la menopausa sparisce. Inoltre in menopausa le lesioni più piccole di endometriosi possono regredire ( proprio perchè gli viene a mancare quella benzina, gli ormoni, che le faceva crescere). Se le lesioni invece fossero grosse, non spariscono, ma nemmeno crescono più. É importante comunque ancora fare i controlli ginecologici
Risponde la Dr.ssa Serena Solfrini, Ginecologa presso l’ospedale Bufalini di Cesena
2.” L’endometriosi può comparire durante una gravidanza?“
La gravidanza crea una condizione ormonale favorevole in cui l’endometriosi è come “congelata”. Sono infatti gli ormoni estrogeni prodotti dal nostro corpo durante il ciclo mestruale e le mestruazioni ripetute che contribuiscono all’infiammazione e alla crescita delle lesioni endometriosiche. Durante la gravidanza gli impianti esistenti non crescono ulteriormente e non se ne formano di nuovi.
3. “Esiste una predisposizione genetica?“
Sono stati scoperti alcuni geni implicati nello sviluppo e nel mantenimento delle lesioni endometriosiche, ma ancora non è noto come questa predisposizione venga ereditata. Sicuramente intervengono anche altri fattori ambientali legati allo stile di vita (attivitá fisica, alimentazione, inquinamento, inteferenti endocrini). Se nella nostra famiglia mamme o sorelle hanno sofferto di questa malattia e abbiamo sintomi è un motivo in più per fare controlli ginecologici specifici.
4. “Può essere diagnosticata durante una semplice visita ginecologica?“
Alla base della diagnosi di endometriosi sta innanzitutto l’ascolto dei disturbi e dei problemi riferiti dalle donne. Questi sono più frequentemente legati alla mestruazione, (come la dismenorrea cioé il dolore alla mestruazione) oppure dolori pelvici cronici, o dolore al rapporti, ma anche sintomi più subdoli come dolori lombari, dolori intestinali e stanchezza cronica. Dai sintomi scaturisce il sospetto della malattia, poi una visita accurata e un’ecografia transvaginale fatta da un ginecologo che conosca bene questa malattia sono in grado di diagnosticare con grande accuratezza cisti, aderenze o impianti di endometriosi.
5. “Questa patologia si manifesta sin dal menarca o successivamente?“
Sono le mestruazioni ripetute nel tempo che in pazienti predisposte contribuiscono alla crescita dell’endometriosi. Più tempo passa e più la situazione può diventare più grave con anche danni a intestino, vescica o reni. Per questo é importante diagnosticare presto questa malattia.
6. “Con l’endometriosi si può avere una menopausa precoce?“
La presenza di cisti ovariche endometriosiche voluminose può compromettere la normale funzione dell’ovaio interessato riducendo la capacità dell’ovulazione. Inoltre interventi chirurgici ripetuti su entrambe le ovaia possono ridurre il tessuto ovarico funzionante che determina il tempo della menopausa. Per questo é necessario affidarsi a mani esperte per valutare la necessità di intervento ed evitare interventi ripetuti.
7. “Parlando di terapia, nel video si parla della pillola. Possono subentrare complicazioni?“
Per ogni tipo di contraccettivo esistono delle indicazioni e delle controindicazioni che il medico deve valutare al momento della prescrizione. La scelta del tipo di pillola va costruita sulle caratteristiche ed esigenze della donna, non ce n’è una giusta per tutte. Le complicanze della pillola sono davvero scarsissime rispetto ai benefici che si hanno come controllo del dolore e della crescita dell’endometriosi.
8. “Chi è affetto da endometriosai, diventa sterile?“
Circa il 30% delle endometriosi presentano sterilitá. L’endometriosi di per se può inteferire con i meccanismi della riproduzione a diversi livelli e in maniera complessa. Inoltre il trattamento chirurgico dell’endometriosi può richiedere anche asportazione delle ovaia, tube o utero a seconda di quanto é estesa la malattia. È necessario quindi limitare gli interventi ai casi necessari, proteggere con la pillola dal riformarsi di nuova endometriosi e valutare sempre i desideri di riproduzione presente o futura delle donne.
9. “L’endometriosi può comparire anche prima del menarca?“
Esistono rarissime forme di endometriosi congenita, ma nella maggioranza dei casi sono mestruazioni ripetute nel tempo insieme alla predisposizione a determinare questa condizione, che si può aggravare nel tempo. Per questo é importante diagnosticare precocemente questa malattia.
Risponde il Dott. Russo Alessio, Ginecologo presso Ospedale Magalini di Villafranca di Verona
- “E’ possibile avere figli con l’endometriosi?“
Delle donne con endometriosi, si stima che dal 30 al 50 per cento abbia infertilità (2,3). Delle donne che si presentano con infertilità, si stima che dal 25 al 50 per cento abbia anche l’endometriosi.
Sebbene sia noto che l’endometriosi comprometta la fertilità, i meccanismi sono incerti e probabilmente dipendono dallo stadio della malattia:
- Fattori meccanici: aderenze, sactosalpingi (aderenze delle tube)
- Fattori infiammatori e alterato impianto
- Riduzione della riserva ovarica da endometriomi (cisti endometriosiche).
Premesso che la maggior parte di donne con l’endometriosi non hanno problemi di infertilità, qualora questa fosse presente il medico ginecologo esperto nel trattare questa patologia procederà individuando le potenziali cause che portano all’infertilità. Nei casi più lievi basterà il trattamento medico o chirurgico, in quelli più avanzati potrà essere necessario procedere con tecniche di fecondazione medicalmente assistita. In conclusione non preoccuparti: non tutte le pazienti sviluppano infertilità e in caso esistono diverse opzioni per il trattamento: la scelta del trattamento migliore dipende da fattori individuali, compresa la tua età, se hai altri problemi di fertilità e quanto è grave la tua endometriosi. Nelle persone che rimangono incinta, l’endometriosi non danneggia la gravidanza. Inoltre, i sintomi dell’endometriosi spesso migliorano dopo la gravidanza, anche se ciò non è vero in tutti i casi.
2. “Dura per sempre l’endometriosi?”
L’endometriosi è una malattia cronica causata dalla presenza di endometrio (tessuto che riveste la cavità dell’utero e che si sfalda durante le mestruazioni) in sedi anomale quali miometrio, tube, ovaie, peritoneo vescica e intestino tra le sedi principali. Proprio per questo non esiste un trattamento terapeutico risolutivo però quello che si può fare è tenerla sotto controllo per prevenire la progressione. Come per altre malattie come l’ipertensione o il diabete è importante curarsi così da renderla asintomatica o ridurre i sintomi a una forma molto lieve. I sintomi e la malattia tendono a regredire dopo la menopausa.
3. “I sintomi possono peggiorare? I sintomi sono visibili? Peggiorano dopo una eventuale gravidanza?”
Alcune persone con endometriosi non hanno sintomi e, qualora presenti in genere si risolvono quando una persona attraversa la menopausa.
Il sintomo più comune è il dolore nella zona pelvica, soprattutto con le mestruazioni. Il dolore pelvico causato dall’endometriosi può verificarsi:
● Appena prima o durante il periodo mestruale. In alcuni casi, i periodi dolorosi peggiorano nel tempo.
● nella fase periovulatoria.
● Durante o dopo il sesso.
● Con movimenti intestinali o durante la minzione, soprattutto durante le mestruazioni.
● Il dolore pelvico può essere causato da molte altre condizioni, tra cui spasmi muscolari del pavimento pelvico, infezioni pelviche e sindrome dell’intestino irritabile. Se soffri di dolore pelvico, il tuo medico può aiutarti a capire se l’endometriosi può esserne la causa.
● Infertilità: L’endometriosi può rendere più difficile rimanere incinta. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che l’endometriosi causa infiammazione, aderenze, ostruzioni nell’apparato genitale e riduzione della riserva ovarica.
I sintomi possono peggiorare, spesso quando l’endometriosi non viene diagnosticata e quindi non trattata. Alcune fasi della vita come la gravidanza e la menopausa, indipendentemente dalla terapia tendono a migliorare la sintomatologia anche se ciò non è sempre vero.
4. “E’ una patologia che incide sullo stato psicologico?”
Il dolore mestruale, il dolore durante i rapporti, l’infertilità incidono sicuramente sullo stato psicologico. Ad impattare fortemente sulla salute psichica è anche il ritardo diagnostico, stimato in 9 anni dalla comparsa dei primi sintomi. In particolare, sembra che le donne in media attendano circa 5 anni prima di avere la giusta diagnosi, impiegando questo tempo un pellegrinaggio che porta a momenti di forte sconforto anche psicologico. Il non avere una diagnosi porta a sentirsi diverse o sbagliate, molte pazienti riportano un tradimento del loro corpo definendolo rotto, frammentato.
La paura di non trovare una soluzione, di continuare a stare male, livelli di ansia e di depressione, accompagnano la donna che è affetta da endometriosi, portando uno stravolgimento importante nella sua vita nonché in quella del partner. Il vissuto provato è spesso associato ad un abbassamento del tono dell’umore, a tratti ansiosi (la cui manifestazione è strettamente correlata all’intensità del dolore esperito), a disturbi del sonno (letargia o insonnia), a una generale sensazione di malessere che si manifesta con insofferenza, nervosismo, tristezza o irritabilità.
È stato evidenziato quanto questa malattia comprometta la qualità della vita delle donne che ne sono affette con importanti ripercussioni sul piano individuale, affettivo-relazionale, sociale e lavorativo.
Occorre diagnosticare la malattia per darle un nome, accettarla, combatterla e raccogliere una nuova fiducia e soprattutto favorire un adattamento alla cura comprendendo che la donna con endometriosi è una donna come tutte le altre con anche l’endometriosi ma con tutte le sue caratteristiche.
Per questo motivo, l’Osservatorio di Psicologia in cronicità, ha promosso una serie di iniziative fra cui la partnership con l’APE dedicate alla donna con endometriosi, nell’ottica di un approccio integrato e, quindi, all’interno di un contesto multidisciplinare che preveda la co-partecipazione di diverse figure professionali: medico di base, ginecologo, nutrizionista, psicologo, psicoterapeuta, psichiatra, esperto in terapia del dolore; con l’obiettivo di delineare interventi che non perdano di vista l’unità mente-corpo, la complessità e l’unicità dei vissuti della donna.
5. “Incide in qualche modo sull’intimità?”
Dati i sintomi – il dolore in diverse fasi delle mestruazioni e durante i rapporti; la difficoltà ad avere figli – l’endometriosi incide sicuramente sull’intimità. Oltre ai sintomi anche l’aspetto psicologico. La paura di non trovare una soluzione, di continuare a stare male, livelli di ansia e di depressione, accompagnano la donna che è affetta da endometriosi, portando uno stravolgimento importante nella sua vita nonché in quella del partner. Avere un compagno che sia informato della malattia e che sia comprensivo aiuta certamente e le donne non dovrebbero tenere la malattia nascosta chiudendosi in sé ma condividere il problema con la persona che si ama.
6. “C’è una predisposizione genetica?”
L’eziologia dell’endometriosi è multifattoriale in cui certamente concorrono fattori genetici, immunitari e ambientali. Mentre i fattori ambientali non sono ereditari e possono essere modificati, quelli genetici possono essere trasmessi ai figli. Tanto vero che se si ha una parente di primo grado, mamma o figlia, affetta, la probabilità di soffrirne è ben 6 volte superiore a quella della popolazione generale.
7. “Si deve seguire un’alimentazione specifica?”
La corretta alimentazione in ambito medico è spesso sottovalutata: i farmaci e la chirurgia sono da sempre ritenuti l’unica terapia. L’alimentazione troppo calorica e troppo raffinata da trattamenti industriali è una delle componenti delle principali malattie multifattoriali tra cui anche l’endometriosi. Attualmente mancano evidenze scientifiche su una dieta appropriata, tuttavia, il fatto che non vi siano studi significativi dal punto di vista statistico non vuol dire che non esista. In generale la riduzione dell’introito di zuccheri semplici, del consumo di carni rosse e di grassi saturi sembra migliorare lo squilibrio ormonale. A questo va aggiunta la moderazione nell’assunzione di alcool e caffeina. Cereali integrali (tranne orzo), legumi, verdure. Occorre però affidarsi a un nutrizionista per la formulazione di una dieta bilanciata che tenga conto della giusta proporzione di carboidrati, grassi, proteine e vitamine.
8. “Fare attività fisica aiuta ad alleviare i sintomi? “
Dato il quadro infiammatorio che caratterizza l’endometriosi e l’effetto protettivo che l’attività fisica ha su patologie croniche infiammatorie quali diabete e obesità, si pensa che lo sport possa migliorare la sintomatologia endometriosica. Per le donne che soffrono di endometriosi o di dolore pelvico cronico, è consigliabile un’attività aerobica di intensità moderata in grado di mettere in circolo le endorfine con la loro azione analgesica. Qualunque sia l’attività prescelta, è meglio non contrarre i muscoli pelvici.
Sicuramente sport come il nuoto, la camminata veloce, lo yoga, il pilates sono tra quelli consigliabili.
Per la scelta, è importante ascoltare il proprio corpo e capire cosa ci fa star bene.
Risponde la Dott.ssa Angela Martoccia – Azienda Ospedaliera San Carlo Potenza
- L’endometriosi influisce sulla fertilità?
Si, l’endometriosi può essere causa di infertilità ma la gravidanza non è impossibile.
2. La terapia per l’endometriosi riguarda solo l’assunzione della pillola? Se ad una persona è sconsigliato prendere la pillola, può comunque curare l’endometriosi? Come?
La pillola può essere una delle scelte terapeutiche per l’endometriosi ma in caso di controindicazioni a tale terapia ci sono diverse alternative tra cui la pillola con solo progestinico o la spirale medicata.
3. C’è famigliarità? E’ genetica?
Sono diverse le ipotesi diagnostiche dell’endometriosi e tra queste rientrano anche cause genetiche. Può esserci familiarità.
4. Un sintomo può passare per essere sostituito da un altro?
I sintomi possono essere sottovalutati e non riconosciuti per cui spesso la diagnosi viene ritardata di diversi anni.
5. Rende sterili?
Potrebbe causare infertilità ma la paziente che cerca una gravidanza deve essere ben inquadrata in un centro specializzato.
6. Con l’endometriosi il sintomo può essere irregolare?
Le pazienti affette da endometriosi presentano varia sintomatologia in base alle sedi di localizzazione della stessa e ci sono periodi in cui i sintomi possono essere di maggiore intensità, per esempio le donne afette da endometriosi possono avere cicli mestruali molto dolorosi.
7. Va bene qualsiasi pillola o una pillola specifica?
Ci sono pillole maggiormente indicate per la cura dell’endometrisiosi, la scelta varia in base al tipo di progestinico presente nella pillola.
8. La pillola però va sospesa o posso continuare a prenderne 21 con la sospensione della solita settimana?
E’ piu’ indicato assumere la pillola in modo continuativo senza sospensione ma varia da paziente a paziente in base al quadro clinico.